Abbiamo incontrato quasi per caso Serena Molinari (medico veterinario esperto in comportamento FNOVI) e chiacchierando con lei, veniamo a scoprire che la sua tesi di laurea era dedicata al gatto!
Ci siamo dette subito: ” wow, un’esperta che possa parlare del piccolo felino più amato al mondo!”
Ed ecco che la mettiamo subito al lavoro chiedendole un breve, ma molto intenso, articolo sul gatto con accento su questo periodo storico che stiamo vivendo.
Buona lettura su “Gatti e lockdown”
“In questi mesi di gestione della pandemia, le nostre abitudini e i nostri ritmi sono inevitabilmente cambiati. Chi più, chi meno, ci siamo dovuti adattare a stravolgimenti importanti, primo fra tutti la limitazione dei movimenti e la condivisione degli spazi.
Ma che cos’ha rappresentato questo, per i nostri compagni animali?
Se del cane si è discusso forse più spesso, per quanto riguarda la gestione delle passeggiate e le deroghe concesse per queste ultime, si è parlato meno del gatto, limitandosi all’aspetto delle visite veterinarie, senza entrare nel merito del benessere e del comportamento felino. Eppure, il fatto che il gatto sia un animale tendenzialmente indipendente, non deve far pensare che non necessiti di cure.
Al contrario, risulta fondamentale l’attenzione alle sue esigenze etologiche, per evitare che si instauri una condizione di stress, che a sua volta predisporrà a comportamenti indesiderati e problemi comportamentali.
I gatti, dicevamo, sono animali indipendenti, che hanno bisogno dei loro spazi e dei loro tempi. Potete dunque immaginare cosa possa significare per loro vivere ogni momento del giorno a stretto contatto con uno o più membri della loro famiglia umana. Certo, si tratta dei loro proprietari e se la relazione è forte e sicura, alcuni animali potrebbero non disdegnare il contatto e anzi apprezzarlo.
Tuttavia è innegabile che si tratti di cambiamenti importanti e diventa fondamentale lasciare al gatto la possibilità di scegliere e non forzare mai le interazioni.
Dobbiamo innanzitutto entrare nell’ottica che lo stress non è provocato necessariamente da un evento grave ed eclatante. A volte basta un piccolissimo cambio di routine.
Nella vita di tutti i giorni, eventi che per noi sono del tutto normali, possono suscitare una reazione negli animali e a maggior ragione nel gatto, particolarmente abitudinario e sensibile ai cambiamenti. Tutto questo è amplificato quando la situazione non è ben tollerata nemmeno da noi.
Nel gatto possono essere considerati segni di stress la tendenza ad evitarci, la presenza di feci o urine fuori dalla lettiera, le vocalizzazioni, l’aumento o la diminuzione della frequenza di alimentazione, riposo e toeletta. Come regola generale, potremmo prendere ad esempio il noto proverbio che recita: “il troppo stroppia”. Troppo in entrambi i sensi: aumento o diminuzione.
Questo perché, se è facile notare ed identificare come anomali i comportamenti più “attivi”, spesso tendiamo a far passare in sordina gli altri.
Sarebbe invece importante fare attenzione a qualsiasi alterazione del comportamento, anche se l’animale ci appare magari più sedentario o dormiglione.
Sono tutti segni precoci che, se trascurati, possono portare ad ansia, aggressività e frequentemente nel gatto anche a veri e propri disturbi fisici, quali ad esempio alopecia o disturbi delle vie urinarie.
Chiaramente, ciascuno di questi aspetti va contestualizzato per capire se realmente si tratti di un segnale di stress ed eventualmente correre ai ripari prima che la situazione diventi problematica.
Esistono quindi degli accorgimenti che possiamo mettere in atto affinché lo stress non intacchi il benessere e la serenità del nostro gatto?
La risposta è sì e andrebbero messi in atto sempre.
Durante il lockdown però è ancora più importante, proprio perché la pressione a cui tutti (gatti compresi!) siamo sottoposti è maggiore.
Sicuramente, la prima regola è che tutti i membri della famiglia rispettino i ritmi del gatto.
Se ad esempio abbiamo dei bambini, per quanto giocare in compagnia degli animali sia piacevole ed educativo, dovremo spiegare loro che il gatto può non aver voglia di interagire e non va disturbato, quando è lui stesso a prendere le distanze.
In secondo luogo, è importante che queste distanze possa prenderle. Dovremo quindi offrire al micio la possibilità di arrampicarsi e salire su mensole, graffiatoi o strutture rialzate e fornirgli nascondigli riparati che siano solo suoi e nei quali possa trovare tranquillità quando ne avrà bisogno.
L’accesso a tutte le risorse (come cibo, giochi e lettiere) dovrà essere garantito come negli altri momenti. Essendo già cambiata la normale routine, è utile non stravolgerla ulteriormente, ad esempio cambiando gli orari o le modalità di somministrazione del cibo o i tempi dedicati al gioco.
Questo ha una duplice finalità: da un lato, evita al gatto un cambiamento di routine ancora più eclatante; dall’altro, evita che alla fine del lockdown le abitudini debbano essere nuovamente stravolte.
Per quanto riguarda il gioco, è opportuno valutare qual è più gradito al micio, ma anche qual è il migliore per la loro e la nostra sicurezza. Sono da preferire i giochi strumentali all’uso diretto di mani e piedi e non devono necessariamente essere oggetti costosi. Una buona soluzione, ancor più in un periodo in cui abbiamo tanto tempo libero in cui dare sfogo alla nostra creatività, potrebbe essere quella di creare giochi e arricchimenti con materiali di recupero.
E per quanto riguarda i nuovi arrivi? Il consiglio è quello di mantenere sempre un occhio “al dopo”. La maggior disponibilità di tempo e il bisogno di supporto e contatto, potrebbero farci pensare che sia il momento giusto per adottare un animale e in un certo senso è così.
Un animale è davvero una presenza in grado di offrire sostegno e aiuto e una compagnia nella solitudine di casa e nei ritmi rallentati e con la giusta consapevolezza, questo momento può darci la spinta necessaria a prendere la decisione di accogliere un nuovo membro in famiglia.
Tuttavia, prima di decidere, prendiamo in considerazione i mesi a venire, quando riprenderemo i ritmi frenetici del lavoro e delle uscite e chiediamoci cosa cambierà. In primis, dobbiamo essere sicuri di avere abbastanza tempo ed energie da dedicare al nostro amico anche in futuro.
In secondo luogo, scegliamo il momento che possa garantire un passaggio quanto più possibile graduale e cerchiamo fin da subito di impostare una routine che non debba cambiare repentinamente poco tempo dopo.
In caso di dubbi di qualunque natura, sia precedenti l’adozione, che relativi al comportamento del gatto di casa, è sempre consigliabile fare riferimento a dei professionisti, che possano guidarci alla soluzione più adatta a noi.
Dott.ssa Serena Molinari
Medico Veterinario
Esperto in Comportamento FNOVI“
TEAM PEC