Domenica 5 maggio scorso, nonostante il forte vento gelido, si sono svolti i Giochi di Relazione al Campetto Pratica PEC di Ghemme (NO).
Come é andata la giornata?
I commenti positivi ricevuti dai nostri partecipanti ci hanno fatto capire che la nostra idea e visione del gioco con il cane è corretta e piace moltissimo.
Molte le risate fate insieme, moltissime domande sul comportamento del cane, altrettante domane sul funzionamento del naso e della vista del cane. Ci siamo presi in giro, abbiamo scherzato e riso delle nostre difficoltà e disagi, da qui le educatrici cinofile hanno fatto capire come bisogna affrontare queste cose anche con il proprio cane, senza forzarlo, senza sgridarlo, senza arrabbiarsi se il cane si rifiuta di fare una determinata cosa per noi o con noi.
Il momento di confronto alla fine del laboratorio dedicato ai proprietari è servito per mettere l’accento proprio su come i partecipanti si siano sentiti ad affrontare le prove messe loro davanti.
Provare in prima persona quelle che possono essere le difficoltà che il cane incontra quotidianamente mentre è al nostro fianco, esaudire le nostre richieste, spesso fatte da noi in modo inconscio, non è così facile come sembra. Il cane fa davvero molto per interpretare il nostro linguaggio e i nostri atteggiamenti. Da qui nascono infatti alcuni problemi di comunicazione con lui e noi li andiamo a definire erroneamente problemi di comportamento solo perché il cane ha espresso un dubbio o una domanda sulla nostra reale intenzione.
Comprendere come noi umani ci muoviamo e come chiediamo al cane di condividere la nostra vita, ci sensibilizza nei suoi confronti, ci rende più partecipi della vita con lui.
Essere bendati ed eseguire percorsi condotti al guinzaglio da un estraneo, annusare alla cieca degli odori conosciuti ma che diventano difficili da riconoscere senza l’uso della vista, togliersi le scarpe e camminare scalzi su superfici e materiali diversi, rende i partecipanti consapevoli delle difficoltà e disagi in cui mettiamo il nostro cane inconsapevolmente. Essere coerenti nel muoverci nell’ambiente, essere chiari con le nostre idee ed intenzioni, facilita il compito di traduzione del cane verso il nostro mondo.
Imparare a giocare, che rimane sempre palestra di vita e mantenimento della forma fisica e mentale, con giocattoli adatti all’età, alla fisicità del cane, alle motivazioni prevalenti di razza, fa si che il nostro beniamino si senta compreso, appagato e di conseguenza felice di vivere con noi.
Il cane animale altamente sociale ama collaborare con l’essere umano, ma l’essere umano non sempre è capace di collaborare con lui.
Si è una squadra, ognuno con il proprio ruolo e compito da svolgere, solo così si può arrivare all’obiettivo finale che va sempre condiviso con tutte e due le parti.
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