Il Naturale ritorno del Lupo – Serata divulgativa a Ghemme (NO)

Il Naturale ritorno del Lupo – Serata divulgativa a Ghemme (NO)

Il Naturale ritorno del Lupo

Giovedì 28 giugno si è tenuta la serata dedicata al Naturale ritorno del Lupo sulle Alpi, organizzata da PEC e da Sentieri Natura.

Tito Princisvalle e Mauro Bettini, Guardiaparco del Parco della Valle Sesia con la dott.ssa Iolanda Russo e la tesista Ilaria Pastori ci hanno illustrato il loro lavoro di questi anni svolti sulle orme del lupo, con un ospite speciale: il lupo trovato morto in Valsesia pochi mesi fa, recuperato e imbalsamato dopo gli esami scientifici.

I relatori hanno parlato per quasi tre ore del loro lavoro, dei monitoraggi e della raccolta materiale nelle nostre valli, attraverso segnalazioni dei residenti o tramite percorsi prestabiliti. Ci hanno regalato moltissimo materiale ed informazioni utili sulle quali ragionare. Noi ve ne raccontiamo una parte…

Hanno portato innanzitutto informazioni utili sulle ricerche in corso, sulla situazione attuale della presenza del lupo e sulle problematiche che questa naturale ripresa della presenza può andare a portare per le persone e per le attività di allevamento.

C’è stata soprattutto molta curiosità per le ricerche che hanno coinvolto da vicino le nostre zone: oltre al lupo recuperato in Valsesia alla Bocchetta della Boscarola e presente in sala, un secondo esemplare è rimasto ucciso in un incidente stradale a Romagnano Sesia. Sono state poi portate le tracce utilizzate per gli studi raccolte nelle zone tra le colline novaresi e la Valsesia e le immagini di un lupo fotografato nella notte sulle colline ghemmesi.

Si tratta però di esemplari di passaggio, in dispersione o in esplorazione dalle valli confinanti. Al di là delle molte segnalazioni o degli articoli di giornale, spesso non verificabili, incerte o riguardanti cani, nelle nostre zone non è infatti ancora presente un branco stabile, ma solo esemplari di passaggio. Vi è un branco in Valsessera, nel biellese, da cui arriva l’esemplare che era presente in sala, riconosciuto proprio grazie al lavoro di catalogazione e di raccolta delle tracce svolto in questi anni.

Nel 1900 il lupo sulle nostre montagne era estinto, ma grazie al progressivo abbandono dei pascoli e della montagna per vivere e lavorare in pianura, la natura è tornata a prendere il suo posto creando l’habitat adatto al ritorno del lupo.
Il lupo in Italia è stato protetto con specifiche leggi a partire dagli anni 70. Erano rimasti pochi esemplari nel cuore dell’Appennino e da lì pian piano il lupo si è spostato in maniera naturale ed è arrivato fin da noi.

Ad aiutare il ritorno del lupo è stato anche l’uomo suo malgrado, reintroducendo animali estinti come gli ungulati quali i cinghiali, i cervi, i caprioli, gli stambecchi che restano il cibo preferito dal lupo.

Certo è che la pastorizia ha risentito del ritorno del lupo in quanto sia gli animali allevati che i pastori non erano più abituati a difendersi dal grande predatore.

Tramite il Progetto Lupo prima, e il Progetto Life Wolfalps dopo, molto lavoro è stato fatto in questi ultimi anni per sensibilizzare le persone che vivono di allevamento, aiutandoli a difendersi e proseguire il loro lavoro limitando i danni, in modo da non dover abbattere soggetti preziosi per la biodiversità.

Grazie alla donazione di cani da guardiania, nello specifico il meraviglioso e tutto italiano cane da pastore maremmano-abruzzese, recinti elettrificati dove ritirare il bestiame la notte, l’appoggio di veterinari, studiosi del settore e donazioni di cibo per cani a chi aderiva al progetto, si è riscontrato che le predazioni dovute al lupo sono sensibilmente diminuite.

I relatori hanno anche raccontato come e dove è stato ritrovato il corpo del lupo morto, quali esami gli sono stati fatti e le probabili cause della morte.
Noi siamo stati onorati di poter ammirare il suo splendido corpo imbalsamato che verrà esposto definitivamente presso il museo Calderini di Varallo.

Una speciale nota ci è stata regalata per noi che amiamo camminare in natura accompagnati dai nostri cani. Sempre il Progetto Life Wolfalps ha creato dei volantini e della cartellonistica speciale per avvisare chi frequenta i sentieri di montagna o comunque vicino a pascoli, che questi ultimi sono protetti da cani da guardiania e quindi come comportarsi in modo corretto con loro, che stanno facendo un lavoro molto delicato e prezioso.

Se la presenza del lupo difficilmente potrà causare qualche problema ai cani o alle persone, da cui scappano in maniera istintiva, ci vuole attenzione e rispetto nei riguardi degli allevamenti sul territorio che sono impegnati nella gestione di questo ritorno del predatore.

Infatti è bene ricordare che se incontriamo i cartelli di avviso o se ci avviciniamo ad un gregge, il nostro cane andrà condotto al guinzaglio, se possibile cambiare sentiero per non disturbare o creare confusione tra il bestiame e i cani sorveglianti. Il volantino ci indica anche di non gridare e gesticolare in modo frenetico, di non fissare i cani da guardiania direttamente negli occhi (cosa per altro valevole per tutti i cani che si possono incontrare) di tenere in braccio o per mano i bambini e se siamo in bicicletta, di scender da questa e con calma passare oltre il pascolo.

Insomma, un corretto approccio e una buona gestione della nostra passeggiata è fondamentale per non creare problemi al lavoro degli allevatori ed evitare incidenti con i cani che proteggono le greggi.

Tutte queste informazioni le potete trovare anche sul sito ufficiale del Progetto Life WOLFALPS, che vi invitiamo a consultare: www.lifewolfalps.eu

DTE in Valle Sessera – Guardabosone

DTE in Valle Sessera – Guardabosone

DTE – Passeggiata educativa cinofila, trekking con i cani Valle Sessera – Guardabosone
Domenica 26 febbraio le educatrici PEC in collaborazione con gli amici di Dogs Feelings vi aspettano per una nuova avventura a 6 zampe.

Questa volta saremo in Valle Sessera a Guardabosone (VC), comune di 350 abitanti circa.
Le origini del borgo di Guardabosone si possono far risalire tra la fine dell’XI sec. e l’inizio dell’XII sec. L’origine etimologica del nome, secondo alcuni, deriva da Bosone, primo Signore di Trivero, erede dello stesso re Arduino d’Ivrea. Altri storici forniscono un’indicazione diversa “Guarda”, infatti, significa luogo di guardia, di controllo e di confine con la vicina Valsesia. “Bosone”, invece, sarebbe da ricondurre al termine arcaico tedesco “bos” che, ai tempi dei longobardi, indicava tutte le località di fondo valle. Quindi Guardabosone a significare località di guardia al fondo valle.

Fin dal medioevo, attraverso la Valle Sessera e Guardabosone, transitava un’importante via di collegamento tra il Ducato di Savoia ed il Ducato di Milano. L’attività svolta era essenzialmente costituita da commercio, artigianato, agricoltura, pastorizia; una vita tranquilla in un clima di pace, fino al XVI sec. in cui divenne parte del Principato di Masserano e Marchesato di Crevacuore. In questo periodo fu spettatore spesso coinvolto nelle dispute tra i governanti del Biellese sabaudo e della Valsesia spagnola. (notizie tratte dal sito del comune: www.comuneguardabosone.gov.it).

La passeggiata con i cani e gli educatori si svolgerà nei boschi attraversati dal Torrente Venenza che crea un paesaggio magico.
Durata di 2 ore circa, difficoltà media.
Alla fine dell’escursione nel bosco, visiteremo il Museo di Storia Naturale e Antichi Mestieri.
Pranzo presso il Circolo Agricolo I Terrieri. I cani ci attenderanno in auto durante il pranzo.

Per informazioni e iscrizioni: [email protected]

Passeggiata educativa cinofila, trekking con i cani Valle Sessera - Guardabosone Biella / Vercelli

Passeggiata educativa cinofila, trekking con i cani Valle Sessera - Guardabosone Biella / Vercelli

Passeggiata educativa cinofila, trekking con i cani Valle Sessera - Guardabosone Biella / Vercelli

 

Campagna di sensibilizzazione “Secchiello Stop!”

Campagna di sensibilizzazione “Secchiello Stop!”

Non solo cani.

Da quando è iniziato il periodo estivo, sono molte le campagne di sensibilizzazione per la cultura e per il rispetto degli animali e dell’ambiente che ci circonda, dal non abbandonare gli animali domestici, al non lasciare rifiuti in spiaggia o nei boschi, fino ad arrivare a questa: Secchiello Stop!
Chi di noi da bambino non ha catturato almeno una volta un granchio o una stella marina? Forse allora, parlo degli anni ottanta circa, di queste creature ce n’erano di più, o forse non si badava molto alla fine che avrebbero fatto…
La mia fortuna è stata crescere accanto ad adulti che mi hanno spiegato che non sarebbe stato carino se al posto del granchio ci fossi stata io nel secchiello, quindi non era giusto trattenerlo oltre il dovuto, finito lo stupore del vedere quanto fosse strana la creatura “catturata”, questa veniva ributtata in mare, lontano da altri bambini che l’avrebbe ricatturata…

Cari adulti, insegnate ai vostri bambini e ragazzini, che è sì bello osservare una creatura insolita, ma questa va lasciata o rimessa in mare. Se vogliamo che le generazioni future possano godere anche loro di questi animali, osserviamoli ma lasciamoli nel loro ambiente.

Secchiello Stop: la campagna per insegnare ai bambini a rispettare gli animali marini

di Cristiana Pec

PEC Progetto Educativo Cinofilo