La Via degli Dei è un cammino che parte da Piazza Maggiore a Bologna e arriva a Piazza della Signoria di Firenze. 130 chilometri fra la splendida natura dell’Appennino Tosco-Emiliano e tutta la sua storia.
Il racconto e i consigli per il cammino tra Bologna e Firenze, in compagnia di Katy.
Ho percorso la Via degli Dei tra Bologna e Firenze con Katy, il mio cane e degli amici…in queste pagine vi racconto come è andata.
La preparazione per la camminata sulla Via degli Dei con il cane
Io e Katy siamo abituate a fare una passeggiata quotidiana percorrendo anche 4/5 km e, quando abbiamo la possibilità, una giornata a camminare in montagna non ce la toglie nessuno.
Per prepararci al cammino però abbiamo dovuto prepararci in modo differente. Innanzitutto abbiamo provato aumentare i km quotidiani, percorrerendo strade sia di campagna che asfaltate, facendo del dislivello ogni giorno e soprattutto per me, ho dovuto abituarmi ad avere uno zaino di circa 7 kg sulle spalle. Camminare con o senza zaino non è un dettaglio da poco e fa la differenza rispetto alle passeggiate con il cane di ogni giorno, quindi meglio essere preparati.
La scelta dello zaino è importante: sceglietelo di qualità e comodo per voi, perché per i giorni di cammino sarà la vostra seconda pelle. Abituatevi a portarlo, non prendetelo all’ultimo momento. Averlo già indosso durante le passeggiate di allenamento vi aiuterà a prenderci confidenza, per questo cercate di usarlo per camminare già “pronto” con l’equipaggiamento che vi servirà durante il cammino, così da avere più o meno l’indicazione precisa del peso e dell’ingombro di ogni cosa.
Percorrere la Via degli Dei tra Bologna e Firenze con un cane aggiunge altre necessità per la preparazione e le attrezzature necessarie. Come per un trekking con il cane, avrete necessità di buoni accessori, pratici e resistenti. Per il mio cane Katy ho portato il seguente equipaggiamento:
- 2 pettorine e 2 guinzagli Haqihana, tra cui pettorina e guinzaglio ad alta visibilità
- ciotola richiudibile Becobowl
- sacchettini Becobags
- materassino da viaggio outdoor
- impermeabile Freespirit
- museruola a gabbia (tutto grazie a Farm Company)
Prima di partire per il trekking con il cane, un confronto con il veterinario è d’obbligo, sia per una visita generale e la profilassi, sia per i suggerimenti alimentari e il primo soccorso.
Come ulteriore equipaggiamento per il cane, considerando la lunghezza e l’impegno del percorso, ho quindi scelto questi prodotti:
– crema winterpad, per proteggere i cuscinetti delle zampe, da utilizzare tutti i giorni all’inizio della camminata e poi, a seconda della necessità, durante il percorso;
– crema all’arnica, ideale per idratare i cuscinetti e alleviare i dolori, da usare a fine giornata durante il riposo (la usavo anche io!!!);
– granuli di arnica: servono per diminuire le infiammazioni in generale, soprattutto quella muscolare e articolare dopo aver fatto degli sforzi, da prendere a fine giornata o al bisogno (li ho presi anch’io);
– salviette detergenti all’olio di Neem, un prodotto naturale rinfrescante utile per la pulizia del cane e che lo protegge anche da ospiti indesiderati, da utilizzare al bisogno, comunque tendenzialmente a fine giornata (utilizzate anche da me).
– un kit di primo soccorso composto da: pinzetta per zecche, pinzetta per spine, guanti monouso, salviette disinfettanti, garze, bende, cerotti, acqua ossigenata, ghiaccio secco, coperta termica, sacco supporto, crema per ferite, compresse di antibiotico, pastiglie per le punture di insetti.
Come potete notare la maggior parte dei prodotti scelti possono essere utilizzati sia da Katy che da me. Se si utilizzano ottimi prodotti è facile che possano essere adatti sia ai cani che alle persone, permettendo di risparmiare peso. Non mi dilungo sull’equipaggiamento tradizionale da trekking che ho portato per me: sono indicazioni che trovate ovunque, ma se volete avere dei consigli specifici contattatemi.
(Newphrama Ghemme di Maricla Allergrini)
Il viaggio
Oltre all’allenamento fisico e alla preparazione dello zaino, c’è poi l’organizzazione del viaggio e l’avvicinamento alla partenza. Siamo arrivati a Bologna in macchina, c’era la possibilità treno ad alta-velocità ma, per mia comodità, abbiamo deciso di usare la macchina lasciandola in un parcheggio vicino alla stazione. Da lì ci siamo diretti in Piazza Maggiore (circa 1,5 km), ovvero la partenza ufficiale per la Via degli Dei.
PRIMA TAPPA Bologna – Vizzano (circa 16 km)
Essendo partiti la mattina stessa da casa, abbiamo preferito ridurre il cammino del primo giorno. Il bello di questo Cammino è proprio poter organizzare le tappe secondo le proprie esigenze.
La prima giornata è soleggiata e il clima è favorevole al cammino. Raggiunta Piazza Grande seguiamo le indicazioni per il Santuario di San Luca. Dopo un breve tratto di strada pedonale, iniziano i portici di San Luca che ci portano fino al Santuario (il portico più lungo al mondo, ben 3.800 m. con 666 arcate), inizio pianeggiante, poi una ripida salita (circa 2 km). Niente acqua lungo il percorso fino al Santuario. Pausa ristoro nella piazza del Santuario: fino ad ora abbiamo fatto circa 6.5 km.
Riprendiamo il cammino, questa volta in discesa, un breve tratto di strada asfaltata poco trafficata e poi si prosegue su un sentiero adibito a Via Crucis sempre in discesa che ci porta fino al parco della Chiusa a Casalecchio di Reno. Percorriamo tutto il Parco lungo il fiume Reno, all’inizio una strada larga molto comoda poi si inoltra nel bosco e si restringe fino alla chiusa. Per fortuna il terreno era abbastanza asciutto, perché essendo un area paludosa quando piove il fango rende il cammino difficoltoso.
Qui noi facciamo una deviazione, il B&B scelto per la prima notte è un paio di km all’interno. Prendiamo la strada sterrata che sale sulla sinistra arriviamo dopo circa un km a una strada asfaltata, la percorriamo per un altro km e arriviamo al B&B Ca’ dei Sani, dove ci aspetta Silvia.
Silvia è stata molto disponibile, anche nei confronti di Katy, facendomi trovare della carne trita e del pane come avevo richiesto. Ci ha fatto il piacere di farci trovare dei piatti per la cena già pronti, dato che il B&B è su una collina in mezzo al nulla, non avremmo avuto modo di andare in qualche ristorante e non avevamo di certo voglia di cucinare. Ricordiamo ancora adesso le sue lasagne vegetariane, una delizia!
Non ci ha deluso neppure la colazione del giorno dopo, ricca di prodotti a km 0 fatti da loro, dai succhi, alla frutta, alle marmellate, tutto buonissimo.
Oltre ai prodotti squisiti, al nostro arrivo abbiamo avuto una piacevole sorpresa: potevamo usare una piscina coperta riscaldata e una vasca idromassaggio tutte per noi. Anche se era il primo giorno e avevamo fatto solo 16 km, è stato molto gradevole rilassarsi un’oretta. Tempo che Katy ha subito sfruttato per riposare, bella rilassata anche lei dopo essere stata pulita con le salviette al Neem, aver mangiato il suo pasto e messo la crema all’arnica sui polpastrelli.
L’appartamento che abbiamo usato è composto da due camere da letto con bagno privato, una cucina / soggiorno grande e un’altra stanza. Il pagamento è stato fatto con un acconto del 30% alla prenotazione e il saldo il giorno dell’arrivo.
SECONDA TAPPA Vizzano – Monte Adone (circa 18 Km)
Anche il secondo giorno di cammino è soleggiato e il clima è favorevole. Ritornati lungo il percorso “classico” della Via degli Dei, percorriamo un tratto di argine lungo il Reno, all’oasi Naturale di San Gherardo, qui inizia un tratto di strada asfaltata per alcuni km fino a prendere un sentierino in mezzo al bosco in salita che ci porta ai prati di Mugnano, una distesa di prati con un bel panorama dove si vede il Santuario di San Luca.
Lungo il sentiero nel bosco si trovano dei ruscelletti di acqua dove katy può rinfrescarsi, per i cani nei lunghi cammini avere dei punti d’acqua è sicuramente un vantaggio.
Dopo una breve pausa ai prati di Mugnano, riprendiamo il cammino lungo un agevole sentiero in sali e scendi fino a sbucare lungo una strada carreggiabile, tipo tagliafuoco, dove si può trovare una fontanella con acqua corrente.
La strada carreggiabile conduce a una strada asfaltata che si percorre per non più di 1 km, appena dopo il B&B Nova Arbora, che è anche un Giardino Botanico, si prende un’altra strada sterrata carreggiabile che dopo poco diventa sentiero in mezzo al bosco.
Decidiamo di fermarci a mangiare, siamo a 14 km di percorso. Katy mangia pane e miele.
Il cammino che ci aspetta è tutto in mezzo al bosco fino alla strada asfaltata che da Badolo porta a Brento, dove abbiamo scelto di soggiornare la nostra seconda notte.
Prenotare il soggiorno a Brento non è stato facile, tutte le strutture sentite erano già al completo. Abbiamo cercato su Airbnb un alloggio privato e siamo incappati in Mara, una signora simpaticissima con accento emiliano, che ci ha accolti in casa propria in modo molto genuino, senza farci mancare nulla.
Insieme a Mara abbiamo conosciuto i suoi tre cani, due femmine e un maschio, tutti e tre levrieri di una certa età e Paperino, il gatto, che dei cani non aveva nessuna paura.
Katy è stata bravissima, le due femmine sono state un po’ invadenti all’inizio, mentre Socrates il maschio è stato un Signore, ha provato a rincorrere il gatto ma lui si è fermato immobile e le ha soffiato, quindi ha capito subito che non era il caso di rompergli le scatole.
La convivenza di Katy con gli altri cani durante la nostra permanenza a casa di Mara è stata di assoluta tranquillità, abbiamo soggiornato al secondo piano della casa, dove ci sono due stanze e un bagno. Quando scendevamo c’era tutto lo spazio per non avere incontri troppo ravvicinati. Pagamento del soggiorno tramite Airbnb, alla prenotazione.
Lasciati gli zaini “a casa”, ci siamo incamminati lungo il sentiero che porta alla cima del Monte Adone: la casa di Mara infatti è a pochi metri dall’inizio del sentiero, tutto in salita. Si parte da 180 mt per arrivare a 660 mt. in circa 20 minuti. Il panorama in cima al Monte Adone è molto bello, un panorama quasi a 360° da Bologna fino alle colline del Mugello e alle vette dell’Appennino toscano. Abbiamo avuto la fortuna di trovare una giornata meravigliosa e abbastanza limpida (abbiamo visto le foto di persone che erano su al Monte Adone qualche giorno dopo ed erano immersi nella nebbia). Con il cane bisogna avere un pochino di attenzione sia sul percorso che sulla cima perché non c’è molto spazio e si è esposti.
Se avete cani abituati a muoversi in montagna non ci sono comunque problemi, per tutti gli altri meglio tenerli al guinzaglio.
Per la cena avevamo già prenotato qualche giorno prima, in quanto l’unica struttura nelle vicinanze e classico ritrovo per i camminatori è la Trattoria Monte Adone. Ha la fortuna di essere l’unica nelle vicinanze e accettano i cani, quindi ce la facciamo andare bene per le nostre necessità. Katy si sistema tranquilla sotto il tavolo, già sazia della sua cena che Mara ci ha fatto trovare a casa.
Molto gentilmente Mara si è anche resa disponibile a prepararci la colazione per il giorno dopo, tra l’altro dolce e salata per la gioia dei mie compagni di avventura che si sono mangiati uova e bacon.
TERZA TAPPA Monte Adone – Madonna dei Fornelli (circa 23 km)
Nel terzo giorno di cammino, siamo sempre accompagnati dal sole e la temperatura è calda, soprattutto lungo la prima parte di cammino fino a Monzuno essendo per gran parte su asfalto e in salita.
Arrivati a Monzuno i km percorsi erano solo 11, anche se sembravano essere già 30, tanto eravamo accaldati e affamati. Monzuno è un piccolo paesino, ma è fornito di tutto dal supermercato al bar, dalla trattoria alla pizzeria. Noi siamo capitati al sabato e abbiamo trovato un piccolo mercato dove abbiamo preso frutta e panini con formaggi e salumi della zona. Katy si è mangiata il suo bel panino con il miele, ma anche dei pezzi di banana e del formaggio.
La pausa ci ha aiutato a recuperare le forze e dopo un’oretta abbiamo ripreso il cammino, ancora un breve tratto di strada asfaltata fino al campo sportivo di Monzuno che poi si trasforma in sterrata in salita sotto il sole per almeno 3 km. Presso il campo sportivo è presente una fontanella, dove è possibile fare rifornimento di acqua.
Si arriva quindi a un capannone con un murales tutto colorato e da li inizia un sentiero in mezzo al bosco con sali e scendi, qualche ruscello dove Katy può bagnarsi le zampine, fino ad arrivare nell’area delle pale eoliche di Madonna dei Fornelli, finalmente il Santuario di San Luca ha finito di seguirci! Da qui la strada, anche se sterrata, è carrozzabile e a tratti scende verso il paese che però non si vede perché rimane dietro a una montagnola.
L’ultimo tratto di strada che ci porta nel centro del paese di Madonna dei Fornelli, dove si trova il B&B Romani in cui alloggiamo, è su asfalto.
Arrivati al B&B veniamo accolti da Elisa, che ci mostra le camere con bagno privato e possibilità di tenere il cane con me. Inoltre anche lei è stata molto disponibile e mi ha procurato quanto richiesto per i pasti di Katy.
Elisa è un ottima padrona di casa e offre ai camminatori oltre al servizio di B&B il servizio home restaurant: in pratica è una cena conviviale tra gli ospiti. Servizio molto gradito perché così non si deve pensare a dove andare a mangiare e spostarsi dalla struttura… dopo aver camminato tutto il giorno è un aspetto da non sottovalutare. La colazione il giorno dopo a buffet con anche torte fatte in casa. Pagato tutto in loco.
QUARTA TAPPA Madonna dei Fornelli – Monte Fo’ (circa 18 km)
Alla partenza del quarto giorno di cammino il sole non splende come i giorni precedenti, si nasconde tra le nuvole e il clima è fresco.
Facciamo rifornimento di viveri (ritiriamo i panini, nel negozietto di alimentari a pochi metri dal B&B, che la sera prima avevamo prenotato proprio da Elisa che offre anche questo servizio ai suoi ospiti). Ci riforniamo anche di acqua nella fontanella a fianco della Chiesa e ci incamminiamo. Per la prima volta troviamo diversi camminatori che intraprendono il cammino come noi.
Per il primo tratto la strada è asfalta e in salita, poi si prende un sentiero sempre in salita che si inoltra nel bosco e si sbuca su un’altra strada asfaltata che si percorre per qualche centinaio di metri, per poi prendere infine una strada carreggiabile sterrata dove c’è il confine tra la Regione Emilia-Romagna e la Toscana.
Attraversato il confine siamo ufficialmente in Toscana. Da qui il percorso ci porta a camminare per alcuni tratti sulla famosa Via Flaminia Militare.
Si arriva a un alpeggio, dove ci sono ampi prati e da dove si può ammirare un meraviglioso panorama sul Mugello. Si prosegue su una comoda strada sterrata carreggiabile tra i pini, in alcuni tratti anche in discesa, il sole sbuca ogni tanto tra le nuvole ma il clima è gradevole. Lasciamo la comoda strada carreggiabile e ci immettiamo sul sentire in salita che ci porta in cima al monte Le Banditacce (il punto più alto della Via degli dei, siamo a quota 1.200 m/s.l.m). Lungo questo tratto non c’è acqua, mentre sul sentiero in discesa qualche ruscello si trova e ci sono delle fonti, anche segnalate. Percorriamo una strada comoda in discesa tra i pini dove troviamo un posto per fermarci a mangiare e riposare una mezz’oretta. Siamo a circa 12 km percorsi.
Riprendiamo il cammino e dopo un paio di km in discesa, ci troviamo su una strada asfaltata. Siamo arrivati al Passo della Futa, dove c’è il Cimitero militare germanico più grande d’Italia, che è possibile visitare.
Proseguiamo ancora per un breve tratto di strada asfaltata e poi ci immettiamo in un sentiero sterrato, poco agevole perché in discesa e si cammina praticamente su materiale edile di scarto. Arrivati a un incrocio seguiamo l’indicazione in discesa per il monte Fo’ dove ha sede il Camping Il Sergente, la struttura scelta per la nostra sosta.
Arrivati al Camping, siamo subito stati accompagnati alle due case mobili prenotate, dove il cane poteva stare con me. Con comodo abbiamo fatto check–in, saldato il soggiorno e prenotato il ristorante per la cena. Per i pasti di Katy, il gestore del ristorante e del campeggio si è reso disponibile a farci della pasta in bianco con del formaggio grattugiato a parte.
Il clima era freddo e c’era un vento fastidioso, nella casette, per fortuna, c’era il riscaldamento. Abbiamo cenato presso il ristorante del campeggio con una pizza e un dolce, cibo buono a costi normali. La comodità di fare pochi passi per cenare, secondo me è una priorità per questo tipo di esperienza.
Durante la notte ha piovuto molto forte (così mi dicono i miei compagni di avventura, perché io ho dormito come un sasso).
Fortunatamente la mattina al risveglio è senza pioggia, c’è ancora il vento fastidioso del giorno prima che almeno ha contribuito ad asciugare la pioggia caduta. Colazione non compresa al bar del Camping, ci accontentiamo di cappuccino e brioches e per il pranzo ci facciamo preparare dei panini. Pagato tutto in loco.
QUINTA TAPPA Monte Fo’ – San Piero a Sieve (circa 22 km)
La quinta giornata sulla Via degli Dei è fresca, ventosa, senza sole. Il cammino parte subito in salita (almeno ci scaldiamo un po’) fino all’incrocio percorso il giorno prima, poi si prende un sentiero comodo che prosegue in piano in mezzo ad alberi di alto fusto, che facciamo abbastanza velocemente perché il vento che c’è non ci fa stare proprio tranquilli.
Arriviamo a una strada asfaltata che si deve solo attraversare perché il sentiero prosegue diritto, il vento si è placato e proseguiamo con più tranquillità, si fa vedere anche il sole ogni tanto. Lasciamo la strada per prendere il sentiero che porta alla Croce di Monte Gazzaro, l’ascesa non è lunga ma la salita si fa sentire, mentre intorno a noi aleggiano nuvoloni bianchi e non possiamo ammirare il panorama.
Arrivati in cima, non ci resta che scendere dall’altra parte. Proseguiamo lungo il sentiero che ci porta alla locanda bruciata (non c’è granché, anzi non c’è nulla a parte uno spiazzo dove ci sono dei cartelli) dove troviamo parecchia gente ferma in questo spiazzo. Proseguiamo lungo il sentiero mentre il sole inizia a essere più presente e ci riscalda. Troviamo anche qualche rigagnolo d’acqua dove Katy può rinfrescarsi.
Percorriamo qualche altro km in discesa e appena dopo il bivio per Sant’Agata ci fermiamo per il pranzo, siamo a 12 km percorsi. Pranzo velocissimo perché a un certo punto si alza il vento che ci costringe a muoverci per per non raffreddarci troppo. Ripartiamo e, dopo qualche centinaio di metri, il vento sparisce nuovamente! Il sentiero in mezzo ai boschi si allarga ed è tutto in discesa fino ad arrivare a una strada bianca carreggiabile che porta al paese di Galliano. Da Galliano una strada bianca sterrata, dalla quale si può ammirare il panorama delle vallate intorno, si immette su una interminabile strada asfaltata fino a San Piero a Sieve. Un po’ la stanchezza che inizia a farsi sentire un po’ l’idea che manca poco all’arrivo, l’ultimo pezzo di questa tappa è sembrato infinito. Katy al guinzaglio è stata bravissima, neanche tirava.
L’alloggio che abbiamo prenotato è l’affittacamere La Via degli Dei. Qui Giulia, la ragazza che lo gestisce, è stata molto gentile e ha riservato per me e Katy una stanza privata essendo le altre delle camerate. Anche lei mi ha fatto trovare il necessario per i pasti di Katy. Essendo arrivati prima degli altri ospiti abbiamo avuto tutto il tempo di lavarci con comodo. Data la pappa a Katy, per la nostra cena su suggerimento di Giulia, avevamo prenotato alla pizzeria “Bona Ugo”, dove katy sarebbe stata la benvenuta. Ho comunque deciso di lasciarla tranquilla in stanza, anche perché nel frattempo si era messo a piovere. Il locale è semplice, non tanto grande, con personale gentile, vino buono, diversi tipi di piatti tra cui scegliere oltre alla pizza. Ci hanno anche regalato una toppa-ricordo fatta apposta per i camminatori della Via degli Dei che passano da loro. Ci danno inoltre la “buona notizia” che il giorno dopo, nonostante sia festivo si possono trovare aperte sia panetteria che alimentari per poter prendere qualcosa per il pranzo.
Ritorniamo all’affittacamere, dove mi aspetta Katy: un veloce giretto per i bisogni e poi tutti a nanna, la mattina dopo la sveglia suona più presto del solito perché ci aspetta l’ultima tappa con l’arrivo a Firenze, molto lunga. Per la colazione, Giulia ci farà trovare tutto il necessario per prepararla da soli nella cucina comune. Pagato direttamente a Giulia.
ULTIMA TAPPA San Piero a Sieve – Firenze (circa 40 km)
Eccoci all’ultima tappa del nostro cammino lungo la Via degli Dei e…potevamo terminare il percorso senza prendere una goccia di acqua?
Certo che no, infatti la giornata è piovosa, quella pioggerella fine che sembra non bagni ma in realtà bagna parecchio. Partiamo tutti coperti con anti-pioggia, cappuccio e anche ombrellino, perché non sapendo come si evolverà il meteo, meglio bagnarsi il meno possibile. A Katy decido di non far indossare l’impermeabile, visto la contenuta intensità della pioggia.
Il cammino inizia subito in salita, un breve tratto di strada asfaltata che ci porta nella parte superiore di San Piero a Sieve, prosegue poi su strada sterrata che si presenta con molte pozzanghere, alcune che occupano l’intera larghezza della strada per la felicità di Katy… un po’ meno nostra.
La comoda strada prosegue in continuo sali scendi, salite decise, discese morbide, intanto la pioggerella sembra darci tregua. Arriviamo al Castello del Trebbio (una delle residenze dei Medici nel Mugello), un luogo incantevole, che apprezziamo ancora di più dopo qualche km, dove riusciamo a vedere tutta la sua magnificenza. Stiamo pian piano lasciando gli altopiani del Mugello per raggiungere i colli di Firenze e lo si vede dagli ampi spazi dedicati alla coltivazione che sostituisco i boschi dell’appennino.
Proseguiamo con passo deciso verso la nostra meta, fino a quando non arriviamo alla salita che da Tagliaferro ci porta verso il Monte Senario. La prima parte è una carreggiabile in ghiaia che passa all’interno di una riserva di caccia, la seconda un sentiero stretto di terra argillosa, la terza asfalto, la quarta sentiero erba/terra/aghi di pino. Ci siamo fermati per una breve pausa, per un tè caldo, al “riparo”, dalla pioggia che in quel momento scende decisa, dei cipressi che portano alla Badia di Buonsollazzo. Qui metto a Katy l’impermeabile.
La seconda parte di cammino è stata la più difficoltosa. Il terreno era scivoloso e fangoso, si attaccava alle scarpe ed ogni passo aumenta la difficoltà, in più continuava a piovere. Nel gruppo chi stava patendo meno la situazione di sicuro era Katy che procedeva decisa senza problemi particolari. Il mio pensiero su quella interminabile salita era che ogni passo avanti portava sempre più vicini alla meta.
Finalmente arriviamo al Monte Senario, dove troviamo la nebbia! Decidiamo di non fermarci a visitare il Santuario, visto il maltempo preferiamo arrivare il prima possibile a Firenze. Fermarci voleva dire raffreddarci, vista la temperatura fresca della giornata. Ci fermiamo solo un attimo per mangiare qualcosa, ma molto velocemente perché fa freddo e tira vento, avevamo comunque bisogno di fare rifornimento.
Riprendiamo a passo deciso la discesa fino a Vetta le Croci, tra tratti di asfalto e comodi sentieri. Da Vetta le Croci il sentiero ricomincia a salire, ma l’umore è alto, ha smesso di piovere, tra le nuove si intravvedono spazi azzurri e, ancora più importante, si inizia ad intravedere Firenze.
Arrivati a Poggio Pratone, ecco la piana di Firenze sotto di noi! Da questo punto è tutta discesa. Arriviamo a Fiesole, abbiamo percorso fino ad ora 33 Km e ne mancano ancora almeno 7 per arrivare a Firenze.
Durante il cammino abbiamo conosciuto un ragazzo di Firenze che ci ha consigliato di fermarci a Fiesole e arrivare a Firenze con i mezzi, perché quel tratto è tutto sulla strada provinciale e non c’è percorso pedonale.
All’unanimità decidiamo che il nostro cammino sulla Via degli Dei si conclude quindi proprio a Fiesole.
L’ARRIVO
Arriviamo a Firenze in pieno centro in 10 minuti, grazie al tram che passa ogni 15 minuti dalla piazza di Fiesole. Sul tram Katy è potuta salire senza problemi indossando la museruola. Ci rechiamo subito all’appartamento prenotato per la notte, felicissimi di avercela fatta.
Il giorno dopo, prima di mezzogiorno, prendiamo il treno ad alta velocità che in 35 minuti ci riporta a Bologna. La consapevolezza di aver percorso lo stesso tratto camminando, mi fa pensare a quanto è importante il nostro tempo e come lo passiamo, in questa società dove la regola è “tutto e subito nel minor tempo possibile”. Molte volte non ci permette di apprezzare i piccoli momenti. Avendo la fortuna di occuparmi di cani, mi sono resa conto di come loro ci insegnino proprio ad apprezzare gli istanti e, se riusciamo ad ascoltarli, ci aiutano a rallentare un po’ il ritmo, per poterli vivere al meglio.
La Via degli Dei è tutto un percorso in sali / scendi. Secondo diverse persone incontrate lungo il cammino, con altre esperienze di cammini, la Via degli dei non è un classico cammino ma un trekking vero e proprio.
Probabilmente non è adatto a tutti, ci vuole una buona preparazione fisica e una attenta scelta per l’attrezzatura utilizzare.
Se volete anche voi percorrere il cammino con il cane, spero di avervi dato degli spunti e dei consigli utili.